Ritorno al passato: controlli ai confini
Sospeso il trattato di Schengen in vista del G8 all'Aquila
Per Trieste e Gorizia è come rivivere la situazione antecedente al 20
dicembre 2007
a poco più di un anno e mezzo fa. È scattata dalla mezzanotte di ieri,
infatti, la sospensione del trattato di Schengen, provvedimento
stabilito per garantire la massima sicurezza in Italia, in vista del
G8 che si terrà a L'Aquila dall'8 al 10 luglio.
Una decisione, quella del Ministero dell'Interno, che interessa da
vicino anche Trieste e il Friuli Venezia Giulia, pur apparendo in
qualche modo paradossale se si pensa a un vertice del G8, quello dei
ministri degli Esteri che si è chiuso ieri proprio nel capoluogo
regionale, per il quale nessun ripristino dei controlli ai confini era
stato stabilito. Ma tant'è: fino al 15 luglio, da Trieste come da
Gorizia, per andare in Slovenia bisognerà esibire la carta d'identità
o il passaporto. E così, anche al ritorno. Non è più valido invece il
lasciapassare, la storica «propusnica», che rappresenta ormai solo un
ricordo del passato.
Si torna indietro, a prima della notte del 20 dicembre 2007, data
della storica caduta del confine italo-sloveno. Verifiche per ogni
mezzo, rallentamenti e code: di nuovo scene come queste, proprio in un
periodo caldo come quello estivo, nel quale in tanti si mettono in
auto o salgono sulla propria moto per andare in vacanza. In tutta la
regione le operazioni coinvolgono circa 350 agenti (190 sono stati
trasferiti dai reparti territoriali e 35 sono arrivati da altre zone
d'Italia), tra cui quelli della Guardia di finanza e della Polizia di
frontiera, incaricati delle verifiche sia ai valichi di prima
categoria, che su quelli cosiddetti secondari. Disseminati tra i 14
confini della provincia di Trieste ci sono 200 agenti. Tra i loro
compiti, non ci sono esclusivamente i controlli stanziali 24 ore su
24, ma anche pattugliamenti lungo l'intera fascia confinaria e
verifiche speciali sui voli internazionali all'aeroporto di Ronchi dei
Legionari. A causa della carenza di personale - ha riferito Angelo
Obit, segretario di Gorizia del Sap - alcuni dei 18 valichi goriziani
avranno solo una «vigilanza dinamica» e non saranno quindi presidiati
di continuo.
Per le 40 zone confinarie del Friuli Venezia Giulia è stato disposto
l'invio di torrette per l'illuminazione e di camper, la cui funzione è
quella di sostituire le cabine che, un tempo, ospitavano finanzieri e
agenti della Polizia di frontiera. Con la caduta dei confini, infatti,
in tante delle zone di confine le garitte erano state abbattute: per
questo motivo, è stata studiata una soluzione momentanea alternativa.
Dalla sede della Polizia di frontiera di Trieste, arriva anche qualche
consiglio per riadattarsi senza troppe difficoltà a questo ritorno al
passato. La prima indicazione è, a dir poco, fondamentale: ricordarsi
il documento d'identità. Altrimenti, anche solo per andare a pranzo in
Slovenia, bisognerà tornare a casa e recuperarlo, con una notevole
perdita di tempo. Inoltre, particolare attenzione va fatta alla
velocità d'arrivo nella zona confinaria per evitare rischi e
incidenti: la possibile presenza di file di automobili, anche minime,
non consentirebbe infatti la solita scorrevolezza nel passaggio tra un
paese e l'altro. Dare un occhio al tachimetro e moderare l'andatura,
insomma, anche perché - in molti casi - la segnaletica è cambiata
tenendo conto dell'assenza dei valichi. (m.u.)
da newsgroups
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