domenica 21 giugno 2009

Ultimo atto delle vignette Slovene








È definitivo il nuovo tariffario dei pedaggi autostradali sloveni: dal 1 luglio per circolare su autostrade e strade a scorrimento veloce della Slovenia, saranno disponibili «vignette» settimanali da 15 €, mensili da 30€ e annuali da 95 €. I «bollini» sono obbligatori per tutti gli automezzi dal peso complessivo fino a 3,5 tonnellate. Con luglio scatteranno anche le nuove tariffe per i motociclisti: potranno sceglierle tra settimanali da 7,5 euro, semestrali da 25 e annuali da 47,5. Le «vignette» annuali sono valide fino al 31 gennaio 2010, la validità di quelle settimanali e mensili (e le semestrali per le moto) scatterà dalla data dell'acquisto. Per i mezzi pesanti resta in vigore il classico sistema di pagamento del pedaggio ai caselli autostradali.

La nuova differenziazione tariffaria è la risposta di Lubiana alle osservazioni della Commissione europea che nell'ottobre 2008 ha avviato il procedimento d’infrazione contro la Slovenia perché i «bollini» da sei mesi e un anno, in vigore dal luglio 2008, erano considerati discriminatori, giudizio peraltro confermato anche dai giuristi sloveni. Per Bruxelles non era infatti accettabile che anche i turisti stranieri in transito fossero costretti all'acquisto del «bollino» semestrale per soli uno o due passaggi. Formalmente non c'era discriminazione, essendo il prezzo del bollino uguale per tutti ma di fatto erano penalizzati gli stranieri, che usano le strade molto meno della popolazione locale.

La correzione decisa ora da Lubiana non ha però ancora convinto Bruxelles: ritiene «sporporzionato» il prezzo settimanale di 15 euro. Il commissario Ue ai Trasporti Tajani ha suggerito in passato l'introduzione di «vignette» da 5 o al massimo 10 euro per settimana. Per la questione dei «bollini», la Commissione europea ha pure bloccato l'erogazione di mezzi del Fondo di coesione (38 milioni di euro) che erano destinati alla costruzione del tratto autostradale tra Slivnica e Drazenci. I «bollini» settimanali saranno messi in vendita, in Italia, Austria e Croazia già la prossima settimana, in Slovenia invece qualche giorno più tardi. In questo momento, comunque, la soluzione più conveniente appare l'acquisto delle «vecchie» vignette semestrali: per 35 euro, si può circolare per i prossimi sei mesi, praticamente fino agli ultimi giorni di dicembre.

Sembrano averlo capito anche gli automobilisti stranieri: in Austria, solo in maggio sono state vendute 52mila «vignette» semestrali. C'è da segnalare inoltre una curiosità: nelle prime settimane dall'entrata in vigore del nuovo tariffario non saranno stampate le «vignette» mensili a parte ma saranno considerati mensili – e saranno pagati come mensili, dunque 30 euro – i «bollini» semestrali acquistati dopo il 1.o luglio. Per essere più chiari: se uno acquista il bollino semestrale entro la mezzanotte del 30 giugno – prima dunque che scatti il nuovo tariffario – lo pagherà 35 euro e lo potrà usare fino al 30 dicembre. Se lo stesso tagluando lo acquisterà il 1.o luglio, lo pagherà 30 euro e gli sarà valido fino al 1.o agosto. I nuovi «bollini» mensili saranno stampati solo quando saranno esaurite le scorte di quelli semestrali.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Seguendo la vicenda delle vignette autostradali slovene fin dall'inizio sono sempre più convinto che l'unica soluzione sia quella che l’unione europea pretenda apertamente dalla Slovenia il libero transito nelle zone transfrontaliere (tra l'altro si tratta veramente di pochissimi chilometri). Le critiche sui costi o sulla durata degli abbonamenti sono fuorvianti e offrono alla Slovenia l’occasione di argomentare le proprie tesi senza affrontare il nocciolo della questione. Le tesi della Slovenia sono che in qualità di stato sovrano ha diritto di imporre il sistema e le tariffe che ritiene più opportune; inoltre si fa forte del fatto che altri paesi, anche europei, hanno imposto un sistema simile al loro. Tutto sommato hanno ragione. Ma il nocciolo della questione è che le strade transfrontaliere sono troppo importanti e delicate per essere considerate come esclusivamente nazionali. La storia delle terre di confine è densa di interconnessioni culturali e sociali. Le strade transfrontaliere devono essere considerate europee in quanto uniche vie di transito dal confine tra i vari stati e il loro pedaggio limita la libera circolazione delle persone sancita dai trattati europei. Pensate agli esuli istriani e dalmati che per conservare i rapporti con la terra natia (oggi in Croazia) devono per forza transitare dalla Slovenia e subire l'iniquo balzello. Anche trattati internazionali di storica memoria come Osimo, sebbene mai applicati completamente ma tuttora in vigore, sanciscono il concetto del libero transito. Negli accordi italo-jugoslavi, per quanto riguarda l’area dell’ex Territorio Libero di Trieste (TLT), era stato stabilito il divieto di pedaggio stradale anche per le merci dirette e provenienti dal porto di Trieste; infatti sia sul tratto della superstrada triestina, sia sul tratto autostradale dal Lisert a Trieste, come pure sulla cosiddetta Ipsilon istriana (ora in territorio croato), i caselli sono situati al di fuori del territorio del TLT, consentendo a tutti di circolare liberamente sulle relative arterie. Pertanto l’unione europea ha il dovere morale oltre che il sacrosanto diritto di pretendere dalla Slovenia che sia tassativamente escluso dal pagamento il tratto costiero tra Rabuiese e Capodistria e tra Isola e Belvedere in quanto previsto, in questo specifico caso, da due allegati del Trattato di Pace, da accordi italo-jugoslavi e mai decaduti anche con l’entrata della Slovenia nell’area Schengen, ed in particolare dall’Accordo di Udine del 15 maggio 1982, che interessa l’intera area dell’ex zona B. Purtroppo è necessario intervenire su quella che sembra una questione interna alla Slovenia ma così non è. Bene ha fatto Tajani a tagliare i finanziamenti europei alla Slovenia e aggiungo che dovrebbe ridarglieli solo alla condizione che la tangenziale di Capodistria fino a Skofjie sia resa gratuita come peraltro previsto dagli accordi succitati che la Slovenia ha ereditato dalla Jugoslavia. Solo così infatti si eviterebbe di penalizzare coloro che sono solo in transito verso la Croazia (provenendo dall’Italia) e non intendono visitare la Slovenia.