giovedì 17 luglio 2008

La guerra della salsiccia


Il governo croato ha da poco messo in vigore una legge speciale con cui impedisce l’importazione dai paesi UE di carne e latticini.

Una rappresaglia protezionista, dicono i più informati. Poche settimane fa, infatti, era stata la UE a vietare l’esportazione degli stessi prodotti verso un suo stato membro, la Slovenia.

Ma andando più a fondo nella questione, focalizzando al meglio la ratio di tale provvedimento, ci si rende conto che il senso è molto più profano, molto più ancorato alle pressioni di determinati gruppi di potere o rappresentanti di categorie economiche che stranamente, in ogni paese, riescono a indirizzare le scelte di uno stato.

In pratica è successo che la vicinanza delle coste Dalmati alla Repubblica Ceca ha fomentato un tipo di turismo che potremmo definire “già cenato”: il villeggiante arriva, ma ha già la sua dispensa-portabagagli stracolma di salsicce e birre e chi più ne ha più ne metta, tutte però rigorosamente acquistate in casa propria.

Un’abitudine troppo pesante per i proprietari dei locali che pullulano sulle belle spiagge croate: no spesa, no party.

Immediate le reazioni della stampa ceca: “guerra delle salsicce” hanno titolato alcuni giornali, oppure “malevolo attacco ai nostri interessi”. Il Pravo ha poi forse individuato il guaio e ha rincarato la dose: “Si privilegia solo il turismo ricco della Germania e dell’Austria”.

E già, perché sembrerebbe che il divieto di salsiccia, per tedeschi e austriaci, non abbia valore.

Nel frattempo, quella che doveva essere una forma di protezionismo per l’economia croata, si sta trasformando in un boomerang pericolosissimo: il dieci per cento delle prenotazioni dalla Boemia e dalla Moravia (regioni ceche più prossime alle coste croate) sono state cancellate nel giro di una settimana.

Tutto, verrebbe da dire, per una salsiccia in più.

di Stefano Paolucci

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